La Quaresima: un cammino gioioso verso la Pasqua
La celebrazione della Pasqua è il vertice di tutto l’Anno Liturgico e la Quaresima ne è, fin dalle origini della Chiesa, la preparazione strutturata alla celebrazione pasquale. Per questo motivo, la prima lettura di ciascuna delle domeniche di Quaresima, tratta dall’Antico Testamento, ricorda una di quelle grandi tappe che hanno incamminato il popolo eletto verso la Pasqua di Cristo, apice e vertice di tutta la storia della salvezza. La Quaresima è segnata fortemente dalla spiritualità e dalla dinamica dell’Esodo, il cui nome significa “passaggio”, inteso per noi cristiani come passaggio dalla morte alla vita, dalla vita segnata dal peccato a una nuova nascita mediante la partecipazione alla morte-risurrezione di Gesù Cristo. per questo motivo il tempo della Quaresima, in quanto preparazione alla celebrazione della Pasqua, sviluppa tutta una spiritualità battesimale, penitenziale ed eucaristica particolarmente accentuata. Detto questo, capiamo subito come la Quaresima, lungi dall’essere un periodo triste e volontaristico vissuto da ciascun cristiano in solitaria, è piuttosto un cammino progressivo di conversione comunitario fatto nella gioia, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione assidua dei sacramenti, protesi verso la celebrazione della Santa Pasqua di Nostro Signore Gesù Cristo come Chiesa adunata nel suo Nome.
La Quaresima: un percorso per mettersi in forma personalmente e nella Chiesa
Se la Quaresima è preparazione alla celebrazione della Pasqua, allora è necessario capire bene in qual modo e con quale spirito bisogna percorrerlo. Un percorso quaresimale al termine del quale, come singolo cristiano e come comunità ecclesiale, si ricadesse nello stato anteriore, avrebbe tutto sommato ben poco valore e significato. Afferma san Paolo in un celebre passo: «Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità» (1 Car 5,8). Si tratta in concreto di respingere tutto ciò che, in se stessi e nella comunità ecclesiale, offusca e deforma l’immagine di Gesù Cristo. In un certo senso, nulla dovrebbe essere più come prima dopo una Quaresima in cui, essendosi sbarazzati del «lievito vecchio», si rivive in modo rinnovato. Quali strumenti dunque la Quaresima offre e propone per raggiungere un obiettivo così santo e nobile?
Ascolto più assiduo della Parola di Dio
Per effettuare il percorso quaresimale che piace a Dio, è importante in primo luogo dedicarsi ad un ascolto più assiduo della sua Parola proposta dalla Chiesa durante questo periodo dell’Anno liturgico. Bisognerebbe cominciare con la lettura più attenta delle pagine della Scrittura scelte dalla Chiesa durante le cinque domeniche di Quaresima, che in questo anno è il ciclo A, nonché di quelle letture che giorno per giorno scandiscono il cammino sapienziale della comunità cristiana. Esistono oramai molte possibilità per attingere copiosamente a tutti i testi biblici offerti da molti siti internet o, per chi non fosse avvezzo alla tecnologia, sono editi molti messalini ben strutturati che contengono tutti i testi della liturgia.
Un assiduità più costante nella preghiera e nella liturgia
La Quaresima è sicuramente il tempo più adatto per incrementare la preghiera in tutte le sue forme. La lode e l’azione di grazie per le meraviglie che Dio compie e per la sua misericordia, la domanda di perdono per il peccato che Dio rivela e denuncia affinché noi ritorniamo a Lui, l’intercessione per ottenere la sua grazia e il suo soccorso, tutto questo è il clima orante richiesto dal tempo quaresimale. L’assiduità più costante alla preghiera e alla liturgia, alla quale ci si dedica durante la Quaresima, deve far trovare o ritrovare le vie della preghiera personale e comunitaria, della partecipazione piena, cosciente e attiva alla liturgia, questo perché l’aiuto dei fratelli e sorelle nella fede aiutano ciascuno a mettere i propri doni e carismi a servizio di tutti.
Digiuno, preghiera, condivisione
Il digiuno da sempre forma un tutt’uno con la Quaresima, a tal punto che arriva spesso a identificarsi con essa. In effetti appare a molti come la caratteristica principale, se non unica, di questo periodo liturgico considerato esclusivamente sotto l’aspetto della privazione e della rinuncia.
Il digiuno cristiano di per sé non è una pratica ascetica che ha un valore in sé assoluto, infatti è sempre associato alla preghiera e alla condivisione, una triade che ha sempre costituito un’unica realtà per i cristiani. Valga come esempio un passo che san Pier Crisologo (morto nel 450) scriveva per la sua chiesa: «ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia […] Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, infatti colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme non ha niente. Perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica».
Una scelta coraggiosa, tempo di libertà
La Quaresima è senza dubbio il tempo favorevole per rivedere il proprio stile di vita, per riflettere sulle proprie scelte, sulle priorità di comodo considerate assolute, vincendo le resistenze e l’egoismo che spesso lasciamo che prendano possesso del nostro cuore. La Quaresima dunque chiama in causa la libertà di ciascuno come di ogni comunità cristiana, affinché si faccia la scelta coraggiosa di lasciar cadere tutto ciò che non è Vangelo, tutto ciò che non è carità, tutto ciò che è distrazione e ci impedisce di correre spediti verso la mèta, che è la Pasqua di Nostro Signore Gesù Cristo.