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“Sentinelle in piedi”, un “no” alla dittatura del relativismo

Sabato 29 marzo si è svolta in Piazza della Repubblica la prima veglia perugina delle  Sentinelle in piedi (video: http://www.youtube.com/watch?v=DbF2HoIdcFk) per protestare contro l’approvazione del disegno di legge Scalfarotto – meglio conosciuto come “legge anti-omofobia” -, che ha già avuto una prima votazione favorevole alla Camera e che se dovesse essere approvato anche al Senato diventerebbe definitivamente legge.

Le Sentinelle in piedi (http://sentinelleinpiedi.it/) sono un movimento spontaneo, nato dal basso, apartitico e aconfessionale, che difende la libertà di opinione e la centralità della famiglia nata dall’unione di un uomo e di una donna. La forma di protesta si estrinseca in una ”veglia”, vale a dire stare un’ora in piedi a leggere un libro, simbolo di formazione permanente, di libertà e indipendenza di pensiero, di desiderio di comprensione ed utilizzo della propria ragione: in sostanza un gesto che è l’emblema della libertà di opinione.

La partecipazione alle veglie è libera, avviene a titolo personale e non in rappresentanza di associazioni o movimenti. Le Sentinelle vegliano in silenzio, senza rispondere alle eventuali domande dei passanti  (per le quali rispondono i portavoce del movimento) e senza reagire ad eventuali provocazioni  (a Perugia ce ne sono state, come potete vedere dal filmato). Il loro motto è: “Manifestiamo in silenzio oggi affinché non ci venga tolta la libertà di parola domani”.

Qual’è, in estrema sintesi, il contenuto del disegno di legge che ha – per così dire – “provocato”il sorgere di tale movimento e quindi l’effettuarsi delle veglie in tutt’Italia? Come è stato adeguatamente spiegato domenica 23 marzo ad un incontro nella sala conferenze della Figc a Prepo (vedere i filmati sul sito www.lacompagnia.info) il ddl Scalfarotto intenderebbe estendere alle discriminazioni verso le persone omosessuali o transessuali le sanzioni penali già previste dalla legge Mancino in tema di discriminazioni razziali, sostanzialmente introducendo i nuovi reati di “omofobia” e “transfobia”. Benchè la norma sembri salvaguardare la libertà di opinione, il problema è che ad oggi non esiste, nemmeno nel ddl proponente, una definizione di che cosa siano l’omofobia e la transfobia, per cui le stesse si riducono di fatto ad una percezione soggettiva. Dire che il matrimonio può essere solo tra un uomo ed una donna, dire che è un bene che un bambino cresca con un padre e una madre: questi sono solo due esempi di affermazioni che potrebbero essere “percepite” come discriminatorie, con la conseguenza di una possibile denuncia penale con relativa condanna al carcere qualora il ddl Scalfarotto divenisse legge. Dopo circa settant’anni dalla caduta del regime fascista, tornerebbe in Italia un’inaccettabile reato di opinione, ancor più grave poiché riguardante il dibattito su aspetti antropologici anteriori ad ogni forma di stato e ad ogni sistema giuridico, materia pertanto indisponibile al potere del legislatore.

Gli attivisti pro-gay cercano di spostare l’attenzione dal reale problema che il ddl Scalfarotto pone accusando le Sentinelle di voler alimentare pregiudizi e discriminazioni (http://www.umbrialeft.it/notizie/sentinelle-piedi-omphalos-solo-scusa-continuare-discriminarci), quando invece il movimento non ha avversione verso alcuna persona, ma si preoccupa soltanto di difendere le basi antropologiche della società e la libertà di espressione.

Si noti che tale legge è del tutto inutile. Nel nostro paese infatti già esiste una norma – l’art. 61 comma 1 del codice penale – che statuisce un’aggravante di reato qualora lo stesso venga commesso per motivi futili o abietti.

L’approvazione di tale disegno di legge renderebbe di fatto impossibile la libertà di opinione su questi temi ed, in assenza di un reale dibattito nel paese – a quel punto illegale – si spianerebbe la strada al matrimonio omosessuale ed alla successiva adozione di minori da parte di tali coppie.

Una semplice legge andrebbe dunque ad intaccare l’essenza delle relazioni umane sovvertendo le radici del diritto naturale, pretendendo di riscrivere la natura umana in base all’errata concezione del gender, secondo cui l’orientamento sessuale non dipende dal sesso (maschile e femminile) ma da una scelta individuale sganciata dalla propria corporeità, il che porta a suddividere le persone non in base a due sessi ma in base ad una serie indeterminabile di “generi” sessuali. Il tutto mentre anche le istituzioni pubbliche, in tutto il mondo, stanno promuovendo l’ideologia gender, arrivando a proposte che di fatto si sostanziano in un indottrinamento dei figli a dispetto delle convinzioni educative dei genitori (vedasi libretti Unar, favole gay, etc. http://www.tempi.it/favole-gay-e-libretti-unar-nelle-scuole-e-asili-dell-umbria-i-genitori-vogliono-ritirare-i-figli#.U0GBTryKDIU). Anche al Consiglio Regionale dell’Umbria è stata presentata una proposta di legge (http://www.consiglio.regione.umbria.it/attivita-legislativa/atti/attivita-legislativa/disegno-o-proposta-di-legge-regionale-n-1471-ix-legis) che tra l’altro recita: “La Regione, nell’ambito delle proprie competenze, promuove iniziative affinché, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, siano svolti percorsi per l’informazione e la sensibilizzazione sugli aspetti correlati all’identità di genere ed all’orientamento sessuale”, aggiungendo che “la Regione e gli enti locali possono attivare forme di collaborazione con enti associativi, anche professionali o di categoria, impegnati sulle tematiche di cui alla presente legge”.

Come si può vedere, non si tratta solo di un attacco alla libertà di opinione, ma una attacco integrale alla persona umana, portato da potenti lobby con importanti collegamenti in tutti i centri di potere, compresi quelli dell’informazione.

Le Sentinelle in piedi si oppongono a tale attacco, difendendo in tal modo la libertà di tutti, anche di coloro che le criticano.