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Le parole fanno più male delle botte: all’oratorio L’Astrolabio un incontro sul cyberbullismo

Per i giovani ma anche per gli adulti, un momento di formazione insieme ad Ivano Zoppi di Pepita Onlus

e Paolo Picchio della Fondazione Carolina

Sensibilizzare sui rischi e le opportunità del web per i giovani ma anche dare ai genitori – e agli adulti in generale – la possibilità di captare alcuni campanelli d’allarme rispetto al fenomeno del cyberbullismo. E’ questo l’obiettivo dell’incontro ‘Genitori & figli nella rete: incontro testimonianza sul tema del bullismo e cyberbullismo’, in programma giovedì 19 aprile alle 21 all’Oratorio ‘L’Astrolabio’ della parrocchia San Giovanni Apostolo in Ponte d’Oddi a Perugia. Organizzato in collaborazione con la Cooperativa Pepita Onlus, con la partecipazione dell’ufficio di pastorale giovanile della diocesi, all’incontro parteciperanno Paolo Picchio, presidente onorario della Fondazione Carolina Onlus e Ivano Zoppi, presidente di Pepita Onlus. L’incontro, rivolto a ragazzi, genitori, alunni ed insegnanti, prevede interventi e testimonianze di coloro che si sono impegnati per l’approvazione delle legge 71/2017 sulle nuove disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo entrata in vigore il 18 giugno 2017.

Cyberbullismo Nonostante stia crescendo la consapevolezza sul cyberbullismo e il 98% dei ragazzi sia in grado di riconoscerlo, la permanenza sui social degli adolescenti continua a preoccupare: il 54% resta sui social da 1 a 3 ore, il 25% un’ora, il 20% più di 3. Nel 60% dei casi i ragazzi affermano di non essere controllati dai genitori. Secondo una ricerca condotta da Pepita Onlus su 1000 ragazzi tra i 9 e i 17 anni in 80 oratori e centri estivi in tutta Italia, il 71% dei giovani sostiene di non aver mai assistito a fenomeni di cyberbullismo, contro un 28% che ammette di aver assistito a degli episodi, mentre il dato nazionale si attesta su 3 ragazzi su 5 che hanno subito atti di cyberbullismo, dato in aumento rispetto al passato. Il 55% dei giovani intervistati, conosce la legge Ferrara per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, ma il 45% non sa ancora di poter sporgere denuncia e richiedere la rimozione delle proprie immagini da social e gruppi.  Troppo spesso i ragazzi tendono a sottovalutare le conseguenze di una condivisione o di un post offensivo e quindi spetta ai genitori e alla scuola unire le forze per aiutarli a ridare valore alle relazioni, anche attraverso l’esercizio dell’empatia: una competenza sociale che si va consolidando proprio in età adolescenziale e che ultimamente sembra sopita. “Venendo meno le interazioni fisiche, superate dalle interazioni virtuali – commenta il presidente di Pepita Onlus Ivano Zoppi -, i giovani faticano a limitare i loro comportamenti eccessivi forti del potere dello schermo che fa loro credere di essere in qualche modo protetti. I ragazzi hanno disattivato la capacità di apprendere come si sente l’altro attraverso i segnali del suo corpo e le espressioni del viso. Spetta a genitori, insegnanti ed educatori offrire alternative e contesti perché queste qualità vengano allenate”.  Proprio per questo motivo sono sempre più importanti eventi ed incontri che aiutino tutti, non solo i più giovani ma anche gli adulti, a comprendere come riconoscere tempestivamente i segnali di questo fenomeno.

Carolina Picchio La notte tra il 4 il 5 gennaio 2013 Carolina Picchio, ragazza intelligente, altruista, sportiva e capace, cede alla fragilità di adolescente e si toglie la vita. Per lei, vedersi in un video mentre – priva di coscienza – dei suoi coetanei giocavano con il suo corpo mimano atti sessuali, è una umiliazione troppo grande. Gli insulti postati sui social che rilanciano le immagini di una festa di un paio di mesi prima di cui lei non ricordava nulla, sono qualcosa di troppo pesante. Lei, amica di tutti, sempre sorridente e carismatica si trova al centro di un’attenzione morbosa virale: prima lo scambio in chat tra i presenti, poi il salto sui social network con 2.600 like su Facebook e una serie di insulti e commenti denigratori. L’odio è tutt’altro che virtuale, come il dolore e la sofferenza e Carolina sceglie un salto dalla finestra della sua camera e lascia un messaggio potente: “Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno”. Una denuncia che rompe il silenzio: i social non hanno ancora cambiato la nostra società, ma i ragazzi sono avanti. E tanti di loro hanno già assaggiato il sapore amaro del cyberbullismo. Carolina crolla, ma prima ha la forza di denunciare, di fare i nomi e di raccontare la sua storia in una lettera destinata a cambiare il rapporto tra internet e adolescenti. Un messaggio che consentirà al Tribunale dei Minorenni di Torino di celebrare il primo processo sul cyberbullismo in Italia, con condanne esemplari: le condotte, anche ‘virtuali’, che hanno portato Carolina a togliersi la vita, non possono essere derubricate a semplici ‘ragazzate’. “Il bullismo… tutto qui? Siete così insensibili” scrive ‘Caro’… Parole che Papà Picchio raccoglie e fa sue cominciando un percorso al servizio dei ragazzi, perché davvero il dolore che ha provato ‘Caro’ non debba più provarlo nessuno…

Fondazione Carolina Onlus La Fondazione Carolina Onlus è nata in ricordo di Carolina Picchio, prima vittima di cyberbullismo a cui è dedicata la legge 71/2017. La Fondazione si occupa di sostegno nei settori dell’assistenza sociale, socio sanitaria, e nell’istruzione in favore di bambini e ragazzi coinvolti in casi di cyberbullismo e di fenomeni illegali sulla rete web, oltre che un intervento di sensibilizzazione sui rischi e le opportunità del web. La Fondazione raccoglie la sfida di Paolo Picchio per aiutare i ragazzi a comprendere i rischi derivanti dall’utilizzo distorto e inconsapevole della rete.