Omicidio in via Porta. L’assassino ha sparato dal balcone in mezzo alle case

E’ successo mercoledì attorno alle 19,30, in via Porta nel quartiere di Ponte d’Oddi. I residenti hanno sentito due persone discutere e poi due spari. La vittima si trovava sotto casa dell’assassino che ha sparato dal terrazzo, con il proprio fucile, senza lasciare scampo all’uomo morto sul colpo. Si tratta di una persona nota nel quartiere, mentre meno conosciuto è l’autore del gesto che – secondo alcuni testimoni – poco dopo lo sparo avrebbe commentato “non ci lasciava in pace a me e a mio figlio”. L’autore dell’omicidio ha chiamato la polizia ed ha atteso l’arrivo degli agenti. L’uomo aveva già chiesto l’intervento della polizia più volte nell’arco della giornata lamentando di essere importunato dalla vittima. Gli agenti, dopo averlo interrogato, lo hanno portato via a bordo di una pattuglia poco dopo le 21. Sul posto sono intervenuti polizia, carabinieri e vigili del fuoco. Il corpo è rimasto per diverse ore disteso in strada proprio sotto gli occhi dei residenti nella zona. Da via Palcido Acquacotta, la strada sopra via Porta, la scena è stata vista da più persone chiaramente.

Sicurezza o disagio sociale? Un nuovo episodio che riaccendo la ormai vecchia questione ‘sicurezza’. Dopo lo spostamento, nel 2014, della caserma dei carabinieri da Ponte d’Oddi a Elce il quartiere ha sempre lamentato la mancanza di attenzione da parte delle forze di polizia. Proprio un anno dopo la chiusura della caserma, nel 2015, al Conad di Montegrillo era avvenuta una rapina a mano armata. Negli ultimi anni la calma sembrava essere tornata nella zona, anche se le associazioni del territorio e i commercianti hanno continuato a chiedere di mantenere alta l’attenzione, tanto che l’amministrazione aveva intensificato i passaggi di pattuglie per le vie. Eppure questo non è bastato a impedire di sparare ad un uomo alla luce del sole e in mezzo alle case. Varrebbe la pena di chiedersi se nella periferia residenziale di Perugia si debba parlare, più che di una questione ‘sicurezza’, di un contesto sociale in cui la vita umana non ha più valore, in cui uccidere un uomo non è più qualcosa da cui nascondersi. Bisognerebbe chiedersi come si può arrivare ad impugnare le armi e sparare senza paura di essere visti o, peggio, arrestati. In quale realtà togliere la vita a qualcun’altro non è più una cosa così grave?