Piacere di conoscerla
Quando il cardinale, affacciato in piazza san Pietro, ha pronunciato il nome del nuovo papa, molti di noi si sono resi conto di non averlo mai sentito prima. Tutti i servizi giornalistici che si erano susseguiti nei giorni precedenti avevano presentato altri cardinali e indicato altri nomi, che piano piano andavano diventando familiari, ma il nome del cardinal Bergoglio non era fra questi. Ecco perché subito dopo TV e giornali si sono preoccupati di curare la nostra ignoranza: di origine italiana, ma nato in Argentina nel 1936, gesuita (quindi con una laurea in filosofia e una in teologia), vescovo emerito (cioè non più in carica per motivi di età) della città di Buenos Aires. Ci hanno riferito particolari sulla sua vita, come il fatto che non avesse un autista e viaggiasse in autobus, o che avesse scelto di non risiedere nel palazzo episcopale, ma in un piccolo appartamento in cui si cucinava da solo. I giornalisti sono riusciti persino a raccogliere curiosità sui suoi gusti, riferendoci che il cardinal Bergoglio è amante del calcio e del tango, e sulla sua vita giovanile andando a scovare un’intervista in cui raccontava di aver avuto una fidanzata prima di intraprendere il cammino per diventare gesuita. I più colti ci hanno anche deliziato con analisi ecclesiali informandoci che Bergoglio era stato il più votato dopo Ratzinger nell’ultimo conclave, ci hanno detto che faceva parte del Pontificio consiglio per la famiglia e ci hanno ricordato il suo impegno contro la povertà, sempre in difesa del suo popolo.
Ma chi è il card. Bergoglio? Date tutte queste informazioni, possiamo dire di conoscerlo? Forse sì, ma credo che lo conosceremmo meglio se lasciassimo che si presentasse da sé e quindi riascoltando insieme le parole che lui ha voluto usare per presentarsi alla folla che lo acclamava nel giorno della sua elezione.
Innanzitutto il neoeletto papa è uscito dalla loggia senza fare nulla, senza gesti particolari. È uscito come sarebbe uscito chiunque per gettare uno sguardo sulla piazza, in tutta semplicità. L’abito bianco semplicissimo, senza mantelline o altri accessori, sul petto la croce di bronzo di un vescovo che fa della povertà e dell’essenzialità uno stile vissuto. Tutto questo in piena sintonia con il nome scelto: Francesco. Mai un papa si era chiamato così. Francesco d’Assisi è l’uomo della povertà, della rinuncia al potere, è l’uomo che soccorre il lebbroso e che vuole passare la vita condividendo la condizione degli ultimi. Francesco è l’uomo del Vangelo, della fraternità, dell’accoglienza verso tutti e della gioia. Così si presenta il nuovo papa al mondo: povertà e Vangelo.
Quando, poi, si è rivolto alla folla non l’ha arringata, né usato linguaggi d’occasione, ha detto semplicemente: “Buonasera”. Non ha pensato a sé, ma a coloro che aveva davanti, ringraziandoli di essere venuti, salutandoli. Quindi si è presentato: “i fratelli (e non signori, nota bene!) cardinali dovevano scegliere il vescovo di Roma e lo hanno chiamato dall’altra parte del mondo”. Tutti sappiamo che il papa è il vescovo di Roma, ma a volte ci sembra che questo compito passi in secondo piano rispetto a quello della guida di tutta la chiesa. Papa Francesco ha ribadito che lui è stato posto a vescovo di Roma, per questo è uscito con il cardinale vicario che si cura della guida pastorale di Roma, per questo ha chiamato Benedetto XVI vescovo emerito.
Il nuovo papa è un vescovo e come tale si sente per la chiesa di Roma, ricorda che questa chiesa presiede le altre nella carità e quindi il suo vescovo presiede l’insieme dei vescovi, ma il suo ministero è per questa chiesa, perché essa diventi, grazie ad una rinnovata evangelizzazione, punto di riferimento di fede e di carità per tutte le altre chiese.
Bergoglio si presenta così come un vescovo e chiede al popolo di camminare insieme con lui, anzi, per chiarire ancora meglio cosa pensa della chiesa, chiede al popolo di benedirlo, mettendo subito in evidenza che senza il popolo il ministro non ha significato: il popolo è la chiesa, senza chiesa non si danno neppure ministri. Così Bergoglio fa capire insieme a chi e per chi vuole essere vescovo: la sua gente. Insieme alla gente prega con le preghiere dei semplici e poi la informa che il giorno dopo vuole andare a pregare Maria, quindi un ultimo saluto: “a presto”. Come si fa fra amici, in tutta semplicità.
Piacere di conoscerla, card. Bergoglio, davvero di cuore!