“Non abbiate paura di passi definitivi”

La scorsa festività di San Francesco di Assisi, patrono d’Italia, è stato un evento di cui ancora oggi tutti i fedeli e gli umbri parlano. Un evento unico, la prima visita di Papa Francesco nella città serafica, per rendere omaggio al santo di cui porta il nome – e la celebrazione della Santa Messa con il rituale del dono dell’olio per la lampada di San Francesco, quest’anno offerto dalla Regione Umbria. Tanti fedeli arrivati da tutta la regione, ma anche dal resto d’Italia, per incontrae il pontefice nella sua giornata assisana dislocati nei vari luoghi della città visitati dal Santo Padre. 40 mila i giovani in piazza a Santa Maria degli Angeli, per gli organizzatori 50 mila, che dalle 5 della mattina hanno aspettato Papa Francesco tra giochi, canti, balli e testimonianze, seguendo la visita papale da un maxischermo installato in piazza. Una giornata pesante e stancante – vista la sveglia mattutina, la pioggia delle prime ore del giorno e dodice ore di attesa seduti per terra – ma allo stesso tempo ricca di emozioni per l’incontro con il pontefice e per le parole donate dal Papa ai numerosi giovani. L’arrivo di Francesco è stato sicuramente il momento di maggior fermento della piazza che , alla vista della Papa mobile, si è subito riversata sulle transenne poste lungo la strada per stringere la mano al Santo Padre o anche solo per gurdarlo da vicino. Dopo esser sceso dall’auto Francesco si è fermato a salutare i tanti ragazzi e gli operatori dell’Unitalsi per poi entrare in Basilica per pregare nella piccola chiesetta della Porizuncola. Una volta uscito, i ragazzi delle otto diocesi dell’Umbria hanno rivolto quattro domande al Santo Padre su alcuni dei temi piu’ cari ai giovani: la famiglia, il lavoro, la vocazione  e  l’ evangelizzazione.               Il Papa si è soffermato molto sul tema della famiglia esortando i giovani a non avere paura di fare passi definitivi, in questi tempi in cui la cultura del provvisorio è sempre piu’ elogiata, ha sottolineato Papa Francesco, i giovani non devono aver paura di fare scelte definitive: “Cristo non ci ha salvato provvisoriamente, ci ha salvato definitivamente”. Ripercorrendo l’esperienza della propria famiglia, Papa Bergoglio ha ricordato come una volta le famiglie vivevano in condizioni molto peggiori, eppure riuscivano a sposarsi e fare figli senza paura del domani, “come facevano? Avevano fiduca nel Signore, sapevano che Lui non li avrebbe abbandonati. Abbiate fiducia che il Signore non vi lascia soli, fateLo entrare in casa come uno di famiglia e Lui vi sosterrà sempre”. Poi Franesco è passato all’importanza della testimonianza nell’annuncio della Buona Novella: “Qui ad Assisi, qui vicino alla Porziuncola, mi sembra di sentire la voce di san Francesco che ci ripete: “Vangelo, Vangelo!”. Lo dice anche a me, anzi, prima a me: Papa Francesco, sii servitore del Vangelo! Se io non riesco ad essere un servitore del Vangelo, la mia vita non vale niente! Il Vangelo è il messaggio di salvezza di Dio per l’umanità. Ma quando diciamo “messaggio di salvezza”, non è un modo di dire, non sono semplici parole o parole vuote come ce ne sono tante oggi! L’umanità ha veramente bisogno di essere salvata! Lo vediamo ogni giorno quando sfogliamo il giornale, o sentiamo le notizie alla televisione; ma lo vediamo anche intorno a noi, nelle persone, nelle situazioni; e lo vediamo in noi stessi! Ognuno di noi ha bisogno di salvezza! Soli non ce la facciamo! Abbiamo bisogno di salvezza!  Salvezza da che cosa? Dal male. Il male opera, fa il suo lavoro. Ma il male non è invincibile e il cristiano non si rassegna di fronte al male. E voi giovani, volete rassegnarvi di fronte al male, alle ingiustizie, alle difficoltà? Volete o non volete? [I giovani rispondono: No!] Ah, va bene. Questo piace! Il nostro segreto è che Dio è più grande del male: ma questo è vero! Dio è più grande del male. Dio è amore infinito, misericordia senza limiti, e questo Amore ha vinto il male alla radice nella morte e risurrezione di Cristo. Questo è il Vangelo, la Buona Notizia: l’amore di Dio ha vinto! Cristo è morto sulla croce per i nostri peccati ed è risorto. Con Lui noi possiamo lottare contro il male e vincerlo ogni giorno. Ci crediamo o no? [I giovani rispondono: Sì!] Ma questo ‘sì’ deve andare nella vita! Se io credo che Gesù ha vinto il male e mi salva, devo seguire Gesù, devo andare sulla strada di Gesù per tutta la vita.Allora il Vangelo, questo messaggio di salvezza, ha due destinazioni che sono legate: la prima, suscitare la fede, e questa è l’evangelizzazione; la seconda, trasformare il mondo secondo il disegno di Dio, e questa è l’animazione cristiana della società. Ma non sono due cose separate, sono un’unica missione: portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita trasforma il mondo! Questa è la via: portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita.Guardiamo Francesco: lui ha fatto tutt’e due queste cose, con la forza dell’unico Vangelo. Francesco ha fatto crescere la fede, ha rinnovato la Chiesa; e nello stesso tempo ha rinnovato la società, l’ha resa più fraterna, ma sempre col Vangelo, con la testimonianza. Sapete che cosa ha detto Francesco una volta ai suoi fratelli? “Predicate sempre il Vangelo e se fosse necessario, anche con le parole!”. Ma, come? Si può predicare il Vangelo senza le parole? Sì! Con la testimonianza! Prima la testimonianza, dopo le parole! Ma la testimonianza!Giovani dell’Umbria: fate così anche voi! Oggi, nel nome di san Francesco, vi dico: non ho né oro, né argento da darvi, ma qualcosa di molto più prezioso, il Vangelo di Gesù. Andate con coraggio! Con il Vangelo nel cuore e tra le mani, siate testimoni della fede con la vostra vita: portate Cristo nelle vostre case, annunciatelo tra i vostri amici, accoglietelo e servitelo nei poveri. Giovani, date all’Umbria un messaggio di vita, di pace e di speranza! Potete farlo!”.

I giovani umbri sono cosi tornati a casa con un messaggio di pace nel cuore, un messaggio che il loro Papa ha voluto donargli: Francesco, cosi caro ai fedeli perchè è “uno di noi in mezzo a noi”.