Il Sinodo sulla famiglia: unire Verità e Misericordia

di Alberto e Sabrina Baroni

Si è conclusa da pochi giorni la III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ha avuto per tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” (5-19 ottobre 2014).

Ma le famiglie sono state adeguatamente informate su quanto accaduto e su quanto deciso? L’impressione è che esse siano state tenute un po’ in disparte da un mondo dell’informazione preoccupato più di stupire l’opinione pubblica che di informarla correttamente e in modo comprensibile. Se il papa e i vescovi sentono l’urgenza di parlare della famiglia, cioè di noi, allora vuol dire che proprio noi siamo i protagonisti: e questa è la prima buona notizia. Noi, la nostra realtà familiare, sperduta agli occhi dei grandi interessi internazionali, periferica rispetto al potere delle lobby che contano, forse ferita e in difficoltà, magari speranzosa e lieta pur nella fatica quotidiana: noi, proprio noi, siamo nel cuore dell’attenzione della Chiesa.

Se noi siamo i protagonisti, se cioè questo Sinodo ci riguarda da vicino, è giusto che ci venga offerta la possibilità di accedere alla comprensione di questo avvenimento. Veniamo quindi a dar voce ad alcune domande, che forse sono le domande di molti e magari aspettano ancora una risposta.

Per prima cosa: cos’è un sinodo?

“Sinodo” è una parola che vuol dire “un cammino insieme”. È il nome con cui si indica l’assemblea dei vescovi1 insieme con il papa, vescovo di Roma, che in quanto successore di Pietro ha il compito di custodire l’unità della Chiesa. Questa parola rimanda al momento dell’esodo, quando gli ebrei fuggiti dall’Egitto dovettero fare, insieme a Mosè, un cammino lungo e difficile, tuttavia sempre accompagnati dalla presenza di Dio.

Le assemblee sinodali affrontano ogni volta temi importanti, perché dall’ascolto reciproco e con l’apporto di tutti si possa discernere la volontà di Dio e la strada da intraprendere per vivere il vangelo oggi.

Perché il papa e i vescovi hanno sentito l’esigenza di parlare della famiglia? Che preoccupazioni li muovono?

La Chiesa, nella sua sapienza, sa che la famiglia è cellula della società e chiesa domestica, il luogo dove si gioca il destino di tutta l’umanità: se la famiglia è sana, presto lo sarà anche tutta la società. In quest’epoca, tuttavia, la famiglia è spesso bersaglio di molti attacchi. Se in una parte del mondo essa è posta sotto assedio dall’individualismo, dall’edonismo, dal pansessualismo, dalla crisi del mondo del lavoro, dall’altra parte del mondo essa è lacerata dalla guerra, dalla carestia, dalla violenza, dallo sfruttamento, dalla migrazione.

In tale contesto la Chiesa non intende restare a guardare. Ecco perché il papa e i vescovi hanno voluto dare inizio con questo sinodo a una riflessione lunga e articolata, che non si è ancora conclusa, ma che durerà per tutto l’anno.

Al termine di queste due settimane di lavori, infatti, è stata stilata una relazione che ha ricevuto l’approvazione della maggioranza dei presenti; questo documento ora è riconsegnato alle diocesi del mondo ed esso continuerà ad essere oggetto di studio e considerazione, fino a ottobre del prossimo anno quando, al Sinodo generale del 2015, si raccoglieranno i contributi e le proposte delle Chiese locali.

Quali punti sono stati affrontati?

Dopo un’analisi della realtà familiare nelle diverse parti del mondo, i padri sinodali hanno come ricapitolato il mistero della famiglia in tutta la sua bellezza, così come essa è stata pensata da Dio. La cosa bella che è emersa nel Sinodo è che, pur con tutte le difficoltà che ci sono nelle varie parti del mondo – anche di ordine culturale – nel cuore delle persone, soprattutto dei giovani, permane un fortissimo desiderio di “famiglia”.

La Chiesa desidera stare accanto a tutti e, come ha fatto Gesù, da un lato vuole valorizzare tutto ciò che di buono c’è in ogni realtà di coppia e dall’altro porgere di nuovo a questo mondo confuso e ferito la misura alta e liberante della parola del Vangelo. Gesù, infatti, ha voluto nascere in una famiglia, ha voluto compiere il suo primo miracolo a un matrimonio; Egli ha voluto salvare l’adultera dalla lapidazione, ma l’ha anche invitata a non peccare più ed ha voluto aspettare al pozzo di Giacobbe la samaritana peccatrice per parlarle con tutta calma e offrirle il vero Amore che disseta la vita.

Tutte le ferite, le deturpazioni, le offese che potremo arrecare alla famiglia a causa del peccato non riusciranno a fermare la potenza della misericordia di Cristo che fa nuove tutte le cose, né potranno mai diventare una giustificazione o un’obiezione per negare la verità del matrimonio. I padri sinodali hanno voluto puntualizzare questi due aspetti del Vangelo che vanno tenuti sempre insieme: la Verità e la Misericordia. Sempre Gesù li ha incarnati insieme: sul suo volto splende la Verità tutta intera e l’infinita Misericordia del Padre.

Dopo questi giorni di confronto, cosa hanno concluso i padri sinodali?

I padri sinodali hanno anzitutto affermato che la crisi della famiglia oggi, è il frutto della crisi di fede cominciata ieri. D’altra parte, hanno anche sottolineato che per tornare ad evangelizzare il mondo, il soggetto privilegiato è proprio la famiglia. Se non ci fossero sposi gioiosi, sereni anche nelle tribolazioni, le famiglie cristiane, testimoni credibili dell’amore di Dio, che con la loro vita quotidiana fatta di impegni vissuti nella fedeltà e nella letizia parlano al mondo della bontà di Dio coi fatti più che coi discorsi, l’annuncio del vangelo ben presto si perderebbe nel mare di parole con cui ogni giorno i mass media ci inondano.

I vescovi hanno poi preso in esame tutte le numerose problematiche odierne legate alla realtà familiare, chiedendosi ad esempio in che modo preparare i fidanzati alla loro vocazione al matrimonio, come accompagnare le coppie conviventi a verificare il proprio cammino verso le nozze, come fasciare le ferite delle persone che sono state abbandonate dal coniuge, come illuminare le situazioni irregolari, quale attenzione pastorale riservare alle persone con orientamento omosessuale, come affrontare la sfida della denatalità…

In ciascuna di queste realtà non c’è solo un problema da dibattere, ma c’è la storia di tanti soggetti concreti da accogliere e accompagnare. Come Gesù guardava negli occhi le persone una ad una, senza mai ridurle a massa informe, né tanto meno etichettarle col nome del problema che vivevano, anche la Chiesa sente di dover affiancare ogni situazione con delicatezza e premura, eventualmente elaborando nuovi approcci pastorali.

Dalle conclusioni della Relazione finale emerge come i padri sinodali abbiano in sostanza ribadito il dovere della Chiesa di non cedere a due tentazioni molto sottili: quella di far di ogni erba un fascio, rischiando di non guardare in faccia nessuno e di venir meno al dovere della Misericordia, e d’altra parte quella di sottostare, per quieto vivere, a inaccettabili pressioni ideologiche esterne, che perseguono logiche lontane dal vangelo, rischiando di venir meno alla propria missione, che è quella di annunciare la Verità e non di riempirsi la bocca di qualunquismo. Il mondo è sazio di chiacchiere futili e di banalità sull’amore: non ne può più. Aspetta ancora oggi l’annuncio di Dio Amore.

Ogni diocesi ora dovrà confrontarsi sui temi proposti e approfondirli, con l’idea di trasformare le sfide in opportunità.

Per approfondire l’argomento, si può leggere la Relazione finale del Sinodo dei vescovi sulla famiglia.

1Si tratta di assemblee rappresentative, formate da delegati designati secondo il diritto peculiare del sinodo. Tale istituzione fu voluta dal beato papa Paolo VI come prosecuzione dello spirito e della collegialità del Concilio Vaticano II. Al recente sinodo sulla famiglia hanno partecipato 183 vescovi provenienti da tutto il mondo.