Diffondete la Misericordia: cronaca di una Gmg

L’ultima Giornata Mondiale della Gioventù, la XXXI appena conclusa, rimarrà per molto tempo nella storia della nazione ospitante: la Polonia. Istituita per la prima volta nel 1985 a Roma da Papa Giovanni Paolo II, la Gmg è in assoluto la più grande manifestazione religiosa che raccoglie giovani provenienti da tutto il mondo che si incontrano uniti nell’amore di Dio. La Giornata mondiale della Gioventù 2016 si è rivestita di un significato particolare a causa del territorio in cui si è svolta, la Polonia terra che ha da sempre offerto esempi di santità, ma anche perché ha coinciso con il Giubileo della Misericordia. Proprio la Misericordia è stato il tema centrale di questa Gmg. Anche dalla Parrocchia di San Giovanni Apostolo in Ponte d’Oddi sono partiti 15 giovani alla volta di Sochaczew, per quello che è stato definito il “viaggio della speranza”. Il viaggio di andata è durato circa 26 ore che sono servite a raggiungere la piccola comunità polacca nella quale sono stati accolti a braccia aperte dalle famiglie ospitanti con le quali si è inevitabilmente instaurato un legame affettivo forte. Il pensiero generale sulle famiglie è stato senza dubbio positivo avendo dato ai loro ospiti molto più di quello che avevano e facendo sentire a casa i pellegrini. I giorni trascorsi a Sochaczew sono stati di preparazione alla Gmg vera e propria che si è poi svolta a Cracovia. Prima dello spostamento definitivo i pellegrini hanno avuto la fortuna di visitare diversi luoghi di culto dedicati a Santi e Beati del nostro tempo  – come il santuario dedicato a San Massimilano Kolbe, oppure il Santuario e la Basilica dedicati alla “Madonna Nera” di Czestochowa – e vivendo momenti spirituali molto forti come l’ adorazione a Lowicz.  Partiti alla volta di Cracovia il primo appuntamento è stata la “festa degli italiani”, che ha visto la partecipazione di molti grandi artisti del panorama internazionale italiano, durante la quale Papa Francesco si è messo in contatto coi giovani per la prima volta, affacciandosi dalla stessa finestra dell’arcivescovado di Cracovia dalla quale Giovanni Paolo II era solito salutare i fedeli ogni volta che tornava in patria. Il Papa ha voluto sin da subito dimostrare la sua vicinanza al popolo italiano entrando in contatto con 3 ragazzi che hanno raccontato le loro esperienze di vita segnate dagli ultimi eventi di cronaca nera. Una grande comunione fraterna si è sentita nel momento in cui le migliaia di giovani presenti si sono unite con le mani al cielo per creare un unico grande “ponte” di misericordia su richiesta del Santo Padre che ha ricordato come “la misericordia crea ponti, l’odio innalza muri” ed esortando i ragazzi ad abbattere i muri. Nei giorni seguenti a Cracovia sono stati molteplici i momenti di incontro tra i giovani di ogni parte del mondo che si ritrovavano per scambiarsi saluti, cori e gesti di amicizia. Un forte segnale di pace che ben si cala nel triste contesto socio-politico attuale. Vedere una grandissima quantità di persone, apparentemente sconosciute, abbracciarsi e salutarsi come fratelli, ha reso possibile diffondere quel sentimento di misericordia tanto agognato dal Santo Padre e ha reso l’ idea che, se si vive nell’amore di Cristo, può esserci pace e possono crearsi ponti. A Blonia si è svolta la Via Crucis durante la quale Papa Francesco ha incitato i giovani a non arrendersi alla vita, a lottare, ad abbandonare le comodità, ad non andare in pensione a 20 anni, a lasciare “il divano” e a prendere le scarpe e viaggiare per diffondere la pace e la misericordia. “Non dobbiamo isolarci –  ha esortato Francesco – ma dobbiamo sempre chiedere l’aiuto a Dio”. Rispondendo a coloro che dubitano della presenza di Dio nei momenti di dolore e sofferenza, il Santo Padre ha riposto che Dio soffre con noi, è lì con noi a sperimentare il nostro stesso dolore. Il discorso del Papa si è poi incentrato sulla voglia di sognare che i giovani non devono mai perdere per lasciare un segno nel mondo, un segno che può cambiare il mondo stesso. Non è poi mancato un accenno al panorama mondiale, inveendo contro coloro che diffondono l’odio e cercano di paralizzarci: “i giovani devono combattere la paura – ha spronato Francesco – devono combattere l’odio con l’amore, devono sconfiggere la guerra con la fraternità”. L’adorazione e la messa con Papa Francesco si sono svolte al “Campus Misericordiae”. La prima ha visto l’accensione delle candele della misericordia e la preghiera dei fedeli unita a quella del Papa e durante la messa il Santo Padre ha spiegato come la vera Gmg inizi con il rientro a casa , “perché la misericordia va espressa ogni giorno per rivelarci come figli di Dio”, citando l’inno della Gmg “solo il perdono ci svelerà, come figli tuoi”. Il Papa ha anche annunciato la meta della prossima Gmg che si svolgerà a Panama nel 2019. Alla fine del viaggio della speranza, il pensiero dei giovani pellegrini sulla GMG, su cosa hanno riportato a casa, sul significato dell’esperienza e sulla motivazione che ha spinto a partecipare, è stato quanto meno unanime. Sentendo diverse opinioni emergono quelle di Chiara Mancini (Oratorio GP2-Prepo), Chiaraluna Cruzzolin (Oratorio San Mariano), Marco Ambrosi (Oratorio L’ Astrolabio), per loro la Gmg è stata la voglia di rimettersi in gioco, di fare un’esperienza di vita insieme a Dio e a milioni di persone da tutto il mondo. Alla domanda “descrivete la Gmg in una sola parola, i pensieri sono stati più contrastanti. Giacomo Sorbaioli (Oratorio L’Astrolabio) ha usato la parola “comunione”, Agnese Rofani (Oratorio San Mariano) il termine “felicità”, Pietro Befani (Oratorio Ponte San Giovanni) l’ha definita “un’avventura”. Il pensiero generale che emerge dalle varie interviste su ciò che ha segnato i nostri giovani è quello della costante presenza di Cristo come afferma Martina Ciaccio (Oratorio GP2-Prepo), oppure la lontananza geografica dei vari partecipanti in opposizione alla vicinanza di fede. Riflettendo sul senso della Gmg della misericordia e dell’ amore, viene da chiedersi se sia giusto amare gli altri solo per qualche settimana ogni 3 anni, oppure se sia possibile amare sempre. Perché riempire il mondo di odio quando sarebbe più facile perdonare. Portiamo in giro ogni giorno quella fratellanza e quell’amore che hanno caratterizzato i cortei di Cracovia, amiamo ogni giorno e diffondiamo la misericordia di Dio.

Prossima tappa, Panama 2019, sempre nel segno di Cristo.

Beato il cuore che perdona, misericordia riceverà da Dio in cielo.