Le persecuzioni contro i cristiani nel nostro tempo

La libertà religiosa è ancora lungi dal trovare una piena ed incondizionata realizzazione. Sebbene il diritto a poter professare liberamente la propria religione sia ufficialmente riconosciuto come uno dei diritti fondamentali della persona1, oggi vediamo al contrario che tale diritto è di fatto sovente calpestato, dando luogo a delle vere e proprie persecuzioni a danno delle minoranze religiose. Nel Rapporto 2014 sulla libertà religiosa nel mondo, stilato da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS, http://acs-italia.org/pubblicazioni-acs/rapporto-acs-2014-sulla-liberta-religiosa-nel-mondo/, http://acs-italia.org/wp-content/uploads/Focus-sintesi.pdf) emerge un generale peggioramento delle condizioni di libertà religiosa nel mondo. Si noti che il rapporto prende in considerazione tutte le minoranze religiose e non solo quella cristiana. Dei 196 paesi analizzati, in ben 116 si registra un preoccupante disprezzo per la libertà religiosa, ovvero quasi il 60%. Si riscontra inoltre che la comunità religiosa più perseguitata al mondo è senza dubbio quella cristiana2.

Senza pretesa di poter esaurire in poche righe tale complessa problematica, né di voler dar conto dell’intero rapporto sopracitato, esporremo di seguito qualche breve riflessione su tale preoccupante situazione:

1) le persecuzioni verso le minoranze religiose, ed in particolare verso i cristiani, si manifestano in forme molto diverse tra loro, che vanno da scenari per così dire “legali” (es. incarcerazione in Pakistan di Asia Bibi) fino ad arrivare a scenari di guerra (es. Isis);

2) le persecuzioni contro i cristiani sono spesso l’esito di odio religioso da parte di gruppi o élite fondamentaliste. Ciò può essere il frutto di un semplice fanatismo, a cui possono associarsi molteplici motivazioni. Tra queste, in medio oriente, vi è sicuramente la delicata situazione israelo-palestinese, che genera pretesti per violenze ed attentati a livello mondiale; più in generale si percepisce un’avversione dei gruppi fondamentalisti verso la società occidentale3 (spesso associata tout court al cristianesimo), e ritenuta (a torto o ragione) protagonista di un neocolonialismo economico e culturale, priva di valori forti di riferimento, apportatrice di edonismo e materialismo, che pare non offrire più alcun ideale alto per cui vivere, e che genera svariate contraddizioni, del tutto incomprensibili e scandalose per certe culture (es. gender)4. Le persecuzioni sono in altri casi motivate dalle opere dei cristiani a favore dell’emancipazione dei poveri, che i gruppi di potere hanno invece interesse a mantenere in stato di subalternità sociale5;

3) le persecuzioni sono anche di matrice politica, come ad esempio in Cina; si segnala inoltre che “un altro trend che va registrato è quello della scomparsa dei diritti umani e della libertà religiosa dai dialoghi diplomatici, ridotti ormai a semplice strumento per la firma di contratti commerciali: Cina, Russia, Vietnam – per fare solo degli esempi – hanno accresciuto i loro rapporti internazionali, nonostante le loro quotidiane violazioni dei diritti umani e della libertà religiosa. Il mondo occidentale non è più il difensore di tali diritti (ammesso lo sia mai stato).6”;

4) gli esponenti politici internazionali hanno mostrato pronta attenzione per i recenti attacchi terroristici in Francia; non così per le ripetute violenze di Boko Haram in Nigeria (circa 2.000 morti proprio negli stessi giorni7), che ormai hanno destabilizzato ampie aree di quel paese: a quando una sfilata (e magari un reale interessamento politico e di peace-keeping) per la Nigeria?

5) la “responsabilità di proteggere” (invocata da Benedetto XVI nel suo discorso all’Assemblea dell’Onu il 18/04/20088) pare dunque ancora lontana dall’essere praticata a prescindere da logiche di convenienza geopolitica;

6) il Rapporto segnala anche ripetute violazioni della libertà religiosa in Europa occidentale, ove sono in vigore leggi o prassi che in taluni casi limitano fortemente una libera scelta di coscienza nella vita civile: sono state individuate “41 leggi che incidono negativamente sui cristiani. Ci sono ambiti nei quali anche altri gruppi religiosi soffrono la discriminazione, come capita ai genitori che vogliono chiedere una deroga per i figli riguardo la partecipazione ai corsi di educazione sessuale obbligatoria che dovessero contraddire le loro convinzioni religiose o a quegli infermieri e medici che desiderano essere esonerati, come obiettori di coscienza per motivi religiosi, dal prestare attività professionali che considerano immorali. Da segnalare che limitazioni all’esercizio di questo diritto – per medici, infermieri e anche farmacisti – sono in vigore in vari Stati dell’Unione Europea, tra cui Francia, Norvegia, Regno Unito e Svezia.9

Come si vede, vi è ancora molta strada da fare per un’effettiva possibilità di professare liberamente il proprio credo. La Chiesa cattolica (=universale) è ancora una chiesa martire, anche se spesso la distanza geografica o più semplicemente la “globalizzazione dell’indifferenza” ce lo fa dimenticare. Assieme ad essa altre minoranze religiose (cristiane e non) sperimentano ingiustamente oppressioni e minacce.

La diplomazia preferisce spesso un tatticismo interessato e politicamente corretto alla tutela dei deboli. Ma tale miopia non porterà affatto pacificazione, poiché laddove la libertà di religione (espressione della libertà di coscienza) viene coartata si creano le premesse per il sorgere di ulteriori conflitti.

Da parte nostra, oltre che fare ricorso alla preghiera, occorre non sottovalutare gli attacchi ideologici alla libertà di coscienza tipici del relativismo di stampo occidentale; è bene inoltre essere costante pungolo per i governanti: il caso di Meriam (la giovane donna sudanese condannata a morte per apostasia e poi rilasciata) dimostra come la pressione internazionale, anche fatta dalla gente comune attraverso i social network, possa dare frutti importanti.

1Cfr. ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, art. 18.

3Ricordiamo, ad es., che il termine Boko Haram significa “l’educazione occidentale è peccato”.